TU  (01 gennaio 2022)

Tu ti devi mettere in testa

che tutti i tuoi lamenti e le tue contraddizioni
che tutte le tue presuntuose autocelebrazioni
che tutte le tue monotone noiose ripetizioni

tu devi metterti in testa

che tutti i tuoi cambi di umore
che tutti i tuoi slanci di immotivato amore
che tutte le tue speranze illusorie
che tutti i tuoi rovesciamenti del gioco degli opposti

tu ti devi mettere in testa

che tutte le fottute cose che pensi
che tutte le fottute cose che fai o non fai
che dici o non dici
i tuoi silenzi o i tuoi malumori o i tuoi tormenti
o recitare il gioco dei vincenti o dei perdenti

tu ti devi mettere in testa

che tutto questo sei tu
e ti devi mettere in testa che non cambierai mai
o non più

e tu devi metterti in testa

che la festa è tutta qui
e che tutto questo lo devi accettare

tu ti devi mettere in testa che tutto quello che di giusto o sbagliato
tu possa pensare di te stesso, cambiando continuamente giudizio e capoverso

tu devi metterti in testa che va bene così

e ti devi mettere in testa che comunque sia lo devi accettare
ed in ultimo, perché potrei continuare in modo sterminato
e sterminare le tue palle, come tu fai con me
con tutto ciò che penso di te, che pensi di te

tu ti devi mettere in testa

che se anche non accetterai di mettertelo in testa
anche questo non accettarlo farà parte del tuo modo di essere
di quello che sei
che non cambierà mai,
o non più

perché questo sei tu

e quindi anche se deciderai di non mettertelo in testa
devi accettare che questa rifiuto fa parte semplicemente
del tutto che tu sei, e che dal tuo cerchio non ci esci mai
e quindi anche se deciderai di non volertelo mettere nella testa
in realtà ci sta già, ci sei già.

e quindi tu ti devi mettere in testa
tu in testa
e dietro il tutto tanto o poco che resta.
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…e quel tutto, tanto o poco che sia, è molto semplice da percorrere come via

fare il bilancio: pesa
fare i piani: stanca

quindi non cambio una virgola, forse due, di quanto scritto 365 giorni fa: inizio e fine coincidono, devono.
perché questo è il peso del mondo che stanca,
di stanza dentro.

E tu, hai tu forse paura del buio?
Allora stacca la mano dall’aria che contrasta quel peso d’immondo
e intreccia la mia, un’ultima volta, per un secondo.

Buon anno, Vecchioleviatano.