Archive for Novembre, 2008


VL

Un senso di disagio o di vergogna mi attraversa, lui effetto io riflesso, quando mi ritrovo costretto a leggere, nella lingua che “capisco”, certe cose. il fu rappresentante del popolo che spopola nell’isola della televisione e si erge a paladino e riscatto di una parte politica. Il critico televisivo che parla di “sottomissione mediatica alla logica dello show; la subordinazione della politica allo spettacolo ed all’esibizione di sé”. E poi ancora: “tutto ciò non giova certamente alla credibilità dei partiti, del parlamento e delle istituzioni”. Ma dove mai credono di vivere, si illudono o si infangano, già vittime essi medesimi dell’abbaglio e del Sistema – e quindi complici, complici senza appello?

Niente a suggerirgli, un rigurgito di testa, che gli Importanti e Potenti hanno pianificato il tutto e prodotto lo spettacolo che è oggi tvrealtà unificando i tutti mondi, e i presunti straccioni idealisti delle idee che partono dalle istituzioni per finire – ipso e logico fatto – nel baraccone che è unico e conforme. lussuria non è altri che irene, o mara o medesimo re silvio: stesso telefilm in diretta perenne.

"si mente il meno possibile soltanto se si mente il meno possibile, non se si ha il minimo possibile di occasioni per farlo"

Mi disagio e mi vergogno, a parlarne, perché “per come va il nostro mondo tutti quelli che denunciano ed evidenziano il degrado umano contribuiscono, loro malgrado, ad aumentarlo”.

il degrado mentale è un’assise dei grandi manager che dinanzi la crisi debbono tagliare umanità, ma: “è in questi momenti che un vero manager dimostra quanto vale”.

il degrado morale è: “Saviano voleva farsi i soldi; Saviano sbaglia a parlare dei mali dell’italia; Saviano non ha meriti, ha fatto copia e incolla; Saviano raccoglie ciò che ha seminato”.

Non si ragiona più per colpe e responsabilità: si sragiona per superficialità, plastica assenza di compenetrazione, logiche indotte dalla competizione, spietata insidiosa insensata invidia trasecolante.

Tutto diventa dibattito portaaporta affinché sfumi la vera questione.

“esiste un unico modo per dimostrare le cose che si dicono: semplicemente dicendole. Allo stesso modo in cui – non dicendole – si dimostrano le cose che si pensano”. VecchioLeviatano vecchio stampo.

Tutti badano alla sopravvivenza, per piccoli o grandi cerchi concentrici. La sopravvivenza della chiesa è il potere per il potere sulla testa e la paura primordiale agitata come minaccia.

“il cielo è muto e fa da eco solamente a chi è muto”

La famiglia è affarismo, sopraffazione, negazione della solidarietà fuori da quelle quattro mura, mentre dentro di esse si Uccide.

“una gabbia andò a cercare un uccello”

L’individuo è cellula di consumo, l’apprezzamento del merito è un modo per dare valore monetario ad ogni carne. La solitudine e la frammentazione diventano portali per schedature di massa.

“da un certo punto in là non v’è più ritorno. Quello è il punto da raggiungere”.

Non ho difese, non ho attacchi. Ma sono ben saldo all’interno del mio campo: “Due compiti per iniziare la vita: restringere il tuo cerchio sempre più e controllare continuamente se tu stesso non ti trovi nascosto da qualche parte al di fuori del tuo cerchio”.

Ci sono pochi momenti, un istante basta, in cui sei convinto di avere: Capito. Tutto converge verso l’irraggiungibile, ed hai la nettezza della chiarezza e della consapevolezza, a tutto tondo nel tuo imperscrutabile universo.

La fanghiglia lascia il passo al respiro.

“Tu sei il compito. Nessun allievo in vista, da nessuna parte”.

il mio contributo al mio contributo, politico, sociale, intellettuale, morale e personale e culturale ed esistenziale trova senso in un sentimento che è oltre il ridicolo del modo in cui il mondo si è bardato. Lui ha barato, io sono completamente in balìa delle mie parole. Ho vinto io perché l’illusione è tutta mia, non puoi piegarla spezzarla umiliarla farla a pezzi dimenticarla: è nata per essere disillusa, si rafforza in questo percorso ed in quell’approdo trova il suo Senso indimostrato, da esso riparte per una meta che è completamento e non metà: "c’è una meta ma non una via, ciò che chiamiamo via è un indugiare".
ed è proprio come quando segno nell’arena, fino allo sfinimento, fino all’ultimo respiro, la soffocazione: quando io segno – come ora qui – io lascio un segno.
E questo spiega anche perché il Napoli è il Mio solo, solidale, apparente, pubblico Contributo.
E altro:

Cristiano aveva ragione sui mandaranci
Sandro e Sergio non saranno mai figli unici
Luca volerà pure da fermo
Generoso continuerà a comporre per nuovi 300 anni
Fabrizio inventerà risate
Dario modificherà di giustezza i testi
Pierpaolo slancerà i suoi denti ottimisti
Giulio incanterà i funamboli
Tutti gli altri non saranno solamente un nome
E tutte le altre decideranno se rimanere dentro questa meraviglia danzata

“è sempre per prova che sulle labbra torna la parola Amore”.

VecchioLeviatano è

O


"La vera forza della nostra nazione non nasce dalla potenza delle nostre armi o dal cumulo delle nostre ricchezze, ma dalla vitalità dei nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e tenace speranza".

                                                      ——————–                                 

Molte persone hanno scritto che il mondo è cambiato. Esiste una simbologia incredibile intorno alla presidenza di Obama, un carico da 90 di speranze che fanno fremere ed emozionare, appunto sperare, tremare polsi e cuori e sognare, cose che si riallacciano alle mitologie reali dei cambiamenti epocali, delle svolte che incidono nella Storia del Mondo, anzi: nei libri di Storia. Percorsi diversi, separati, strappati al buon senso della ragione e diritti negati che si perdono nel mare ignorato di un’unica appartenenza razziale – intesa come razza umana – e vicende secolari di battaglie, gesta epiche, nobili, di morti, di lotte di conquiste.

Aggiungere la mia (per lo più poi addirittura politica!) retorica – nel senso originario ed emblematico del termine, ed in un’epoca che ha completamente rinnegato il valore della Parola, cioè dell’Uomo – appare banale e superfluo. Ma qui entrano in gioco concetti più altisonanti: realtà-apparenza-linguaggio-simbolismo e alla fine speranza.

Secondo me la storia dell’uomo è una storia oramai perduta, la regressione e la dimenticanza hanno sposato la parte più sofisticata, autoreferenziale ed implacabile della metallica tecnologia; ed economia, società, sistemi di massa, di informazione e di linguaggio sono sotto scacco. Poteva avere un senso – secoli fa – immaginarsi di pescare un senso: fosse anche quello di proseguire e perseguire nel sacrificio di una vita – quale che fosse. Oggi, vittime dell’epoca a cui apparteniamo e beffati dalla sensazione puerile di ritenere che noi – come individui che cavalchiamo “un’epoca una storia o una leggenda” – noi e proprio noi abbiamo in tasca la chiave di lettura adeguata per immortalare la Storia delle Storie, oggi noi siamo – al sunto – quel che furono e quel che saranno tanti altri miliardi e miliardi di insensati animali da passeggio spaziale.

M allora, perchè emozionarsi, fremere e piangere per un uomo di colore che diventa Presidente del Mondo?

Perchè per noi la parola, il simbolo e la speranza valgono ciò che – depurati da tutte le scorie millenarie: filosofiche, storiche, politiche, morali e qualsivoglia ad ammantarle di Senso – in realtà esse sono esattamente questo: un Momento.

Sono IL momento del sentimento non filtrato – l’unico atto insindacabile dell’indicibile Umano.

Essere a Chicago, o leggere un articolo, e poi all’improvviso sentire questo strano brivido e piangere per aver letto di masse disperate che ritrovano speranza e lacrime di gioia appresso ad un Simbolo che si porta dietro tutti i significati che ogni essere umano decide di attribuirgli in base alla sua sensibilità ed alla sua esperienza, ha il valore supremo per eccellenza, quello dell’Attimo, ma l’Attimo vero, l’attimo cioè dell’Illusione.

Per noi che crediamo che non ci sia nulla in cui credere, che sappiamo che non c’è nulla da sapere che ti risolva una vita, e che sappiamo che l’unica vera realtà è l’illusione – con tutti i più profondi magnifici e paradossali significati esistenziali che quella verità comporta – per noi l’emozione del momento – che sia un solo momento – è equivalente a tanti attimi colti per essere semplicemente colti. E’ come quando ti ritrovi in un’arena ed insieme a 20-30-40.000 persone la tua squadra ha fatto gol, e tu esplodi perchè – semplicemente – in quel momento lasci che tutto dentro ed intorno a te viva di quel sentimento che non vuole nè legittimazione, nè spiegazione, nè giustificazione.

Non è un abito che si indossa per l’occasione, ma ti abita, e tu in quel momento – e solo in quello – apri le porte di una dimensione che ti ricorda bene chi sei e l’insensato bello che ti circonda.

Non serve a niente – come tutto il grande resto della vita, di cui le Arti suggestive ed evocative si fanno veicolo. Come la musica, la rappresentazione per parole di un vento di cambiamento ci può andare bene in quell’istante, in una volta ed in una giravolta, tanto noi sappiamo che già domani – o appena dopo – la vita si conforma.

Ma almeno un secondo ed un Attimo preciso ci servono, e saprai tu cosa farne.

Io ho saputo cosa farne: ci ho scritto questo.

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