Archive for Gennaio, 2023


CORTO INTERROTTO

Ci sono alcune canzoni che, per misteriosi motivi, durano meno di quanto dovrebbero: in proporzione alla loro fama, alla loro bellezza, insomma meno di quanto sarebbe giusto ascoltarle – più a lungo e con maggior gusto.
Me ne vengono sempre in mente tre

1) Please, Please, Please Let Me Get What I Want – The Smiths (110 secondi)
2) I’m on Fire – Bruce Springsteen (155 secondi)
3) Knockin’ on Heaven’s Door – Bob Dylan (151 secondi) (che poi per inciso, a parte la vucell’e pucuriell’ del proverbiale nobel, proprio per questo la versione di oltre 5 minuti dei Guns è molto meglio. Tie’)

In 3 non arrivano a 7 minuti.

Mo’ è vero che la brevità è sorella del talento, ma qui si è esagerato, ed è stato un vero peccato.

dice che il tempo passa.
non propriamente.
il tempo è infinito (o più correttamente: illimitato) nella costruzione mentale che un essere vivente può provare a concepire, in quanto elemento portante delle dimensioni dell’universo esistente, finito ma illimitato, secondo l’accezione Einsteiniana dello spazio-tempo-mondo creato, formato e deformato dalle masse e dalle energie che contiene;
e ma che, quello stesso essere vivente, nel conTEMPO, è concettualmente, tecnicamente, materialmente impossibilitato a fare, a concepirlo razionalmente, sensatamente, definitivamente.
Ne deriva che:
il tempo in realtà non passa
che la deriva appartiene esclusivamente all’uomo.
siamo noi che passiamo
passo dopo passo
molto spesso passivamente
appassendo e svanendo
e passando la mano continuamente
– continuativamente –
e non solo quella
ma anche tutto il resto del corpo
finché di colpo
di tempo non ce ne resta più.

noi all’impasse
e lui lì immobile
impassibile
impassato
intrapassabile

(non metto il punto)

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