Archive for Maggio, 2023


Mi sento finalmente sgravato da un peso esistenziale, o almeno da un cruccio morale che per me era tale. L’idea che potessi illudermi (o riuscire ad illudermi) di scrivere di emozioni, sottolineando i concetti di idea ed illusione, perché so bene che la realtà procede in senso opposto: l’ho messo volutamente a presentazione e senso di questo mio spazio pubblico, che nell’incipit recita: “Se è vero che le emozioni prescindono dal linguaggio (e prova ne sia che anche gli altri esseri viventi – animali in testa, hanno sensazioni inesprimibili perché prive di linguaggio, ma le hanno)” – ed in cui, appunto parlando di illusione, aggiungevo : “Come – cioè – esponenti lontani e successori secolari delle stirpi geniali che nei millenni lo generarono e codificarono (il linguaggio umano), si dovrebbe rivendicare il diritto di appellarsi ad una illusione. Vale a dire che le sensazioni, le emozioni pure più mie ed irripetibili, che non posseggono un linguaggio esterno e nemmeno uno interno, possano esplodere la gabbia della lingua e possano procedere in una dimensione commotiva opposta a quella strumentalmente segnata dalle cifre della lingua” – per concludere in seguente guisa – “allora io mi illudo di inseguire quel sentiero lastricato di candore, dove le mie parole diventino lo strumento malleabile, adattabile e flessibile di un gioco degli specchi, dove i miei suoni, i miei colori, le mie immagini più profondamente “dentro”, ottengano l’omaggio di una fotografia su bianco carta, senza che il codice scritto prenda il sopravvento, ma lasciando che sia l’inarticolato mare di dolore e commozione interiore ad esprimersi come meglio crede, con gli strumenti che ritiene più adatti al frastuono di quella stessa Illusione”.

Bene. Mi sento sgravato dal peso, da quel peso, da ogni possibile peso: quell’aspirazione, come ho sempre saputo, è impossibile. Era il preciso equivalente di un’ultima tentazione di Cristo, di un ultimo scherzo di Joker, di un ultimo colpo di Mano di D10S. Mi sembra tenero appagante significativo e simbolico che ciò abbia trovato conferma grazie al realizzarsi del mio ultimo desiDario adulto, che mi ha concesso il lusso di veder combaciare fenomeno e noumeno, entrandovi dentro come il Capitano David quando attraversa la dimensione spaziotemporale in 2001.

In fondo, era solo una curiosità assai filosofica e metafisica. It’s that all.

Detto ciò – e posto che di post probabilmente ne metterò ancora, e quando proprio sarà che “non ho parole”, mi limiterò a scrivere: IBIDEM (che mi è sempre piaciuto, e tornato sempre utile), mi è venuto in mente un aforisma distillatissimo Vecchioleviatano, che non so se c’entri ma fa tanto e tanto brodo, direi sbrodolone: “mi ero illuso di non avere più paure, ma era solo la paura di non avere più illusioni”.

E poi – a futura memoria – per quel molto e troppo inespugnabile inoppugnabile ed inesorabile segreto che ognuno di noi si porta dentro, assurdamente incomunicabile (che significa ipso facto che la cosa che ammiro di più è quando una persona si suicida senza lasciare scritto nulla) posso con cognizione di causa dire che davvero adesso io

posso anche morire.

Non perché intenda farlo, ma perché ho attraversato il fenomeno e sono giunto al noumeno di quel modo di dire che per me, dalla serata abissale del 04 maggio 2023, tale più non è.

Ora, in fine
Posso
Anche
Morire.

Seppellitemi così, qui.

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