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Non scopro oggi l'INCOMUNICABILITA' ASSOLUTA tra esseri umani, oltre quel patetico e commosso illusionismo del sentimento della compassione, e non oggi la bellezza misteriosa e struggente del meccanismo della parola, invenzione umana primaria e per eccellenza e conseguenza la più inutile tra tutte, pur la più inseguita e vagheggiata, il ritorno malinconico alla ricerca del tempo perduto, il tempo delle galassie che generarono.

Oggi, mentre la sonda Voyager 1 dopo 34 anni – minuzie astrofisiche – esce fuori dal sistema solare per avventurarsi nel vuoto pieno della via Lattea (in proporzione: una moneta da 10 centesimi sul suolo dell'intera Francia): un mistero magnificente che non scopriremo MAI;
oggi, tutto questo senso infelice del Nulla e dell'ineluttabilità dell'orrore e del dolore che si commuove di fronte al rumore del mare;
oggi, che mi assalgo più che mai ed altrove nei Pensieri da farci un monumento al Pensiero, però con quanta insostenibile leggerezza e spossatezza;
oggi, esponenziale salto mortale di una lunga sequenza di fratelli e sorelle che si sono dati appuntamento al centro della piazza di Me – indifferentemente transitando da visioni a sogni a presenze concrete e viceversa: chi si appresta al Lutto per eccellenza, chi rompe palloncini con la bocca per fingere di non sapere un genitore in ospedale, chi non risponde più e mi ignora o ne è ignaro, chi si delude di me perchè non feci ciò che non farei se non in altri modi assai più miei, e chi torna dal passato e chi guarda al futuro, ma se il passato non passa mai il futuro è davvero tale e poi nel presente chi se la sente di alzare la mano e dichiararsi PRESENTE?
 
Avevo elencato tutto.
Ma in questa realtà fuorviante che per camicia di forza ci dobbiamo inventare, bruchi di una disperata fantasia, quale cosa non è stata detta, quale cosa non è stata scritta, pensata, quale dolore e felicità non è stata vissuta, sperimentata, fantasticata, provata, schiantata da ucciderci ma ucciderci dal vivo?
 
Io, uno dei tanti ma come tutti i quanti naturalmente unico, banale e unico, ripetitivo e unico, ossessivo e unico, sentimentale e unico, fermo immobile in coscienza  e unico, io che il mio ultimo scritto è stato di chiedersi se sia peggio stare male per qualcosa in particolare o stare male del fatto che si sta troppo spesso male, e questo dubbio mi fa star male.
 
Le mie Parole non valgono o non meritano questo assurdo perenne e cosmico: vuoi cercare la chiave di volta, l'intuizione che ferma la fine del mondo, il soggetto perfetto, il filmato evidente, l'ILLUMINAZIONE.
Ovvero vuoi cercare solamente di capire la tua vita, il cammino e l'inciampo.
 
Allora, due sigilli:
 
 * Non è l'inciampo che ti fa dubitare del cammino scelto, perchè l'inciampo è parte del cammino e quindi è anch'esso, scelta. Dubitare di questo è la sola cosa che ti potrebbe far dubitare del cammino. Ma camminare non significa dubitare, semmai lo è il fermarsi. Quindi, finché cammini e dubiti, il tuo è un falso dubitare ed anche l'inciampo è un vero procedere.
 
 * Tu puoi ritrarti dalle sofferenze del mondo, sei libero di farlo e corrisponde alla tua natura, ma forse proprio questo ritrarsi è l'unica sofferenza che potresti evitare.
 
Vogliono dire la stessa cosa: che tra te ed il Voyager non esiste alcuna differenza, perchè sono due parole dallo stesso significato insensato.
 
E c'è che tu non sai che io non sono quel che tu pensi ch'io sia, perchè io sono solamente l'immagine della fotografia.