Category: Fine Anno Leviatano


Quel giorno, il mio editore di riferimento mi chiese un pezzo per l’ultimo dell’anno.
Petto o coscia? – risposi.
E poi aggiunsi che io di solito non ragiono a pezzi, ma tutto intero.
Ed è così che si finisce a pezzi – dentro.
E che poi le parole, non si fanno lievi e leggère
E non aiutano a lèggere.
Che, compìto
nel solito compitino di trovar pensieri
tra le rovine
e le moine
di una cultura
sterminata
e spesi spesso a spasso
tra tramonti
e matrimoni
patrimoni
d’affetti
e d’affettati
Innaffiati
da vino
scolato in Coppe
d’esultanze
rimostranze
alle mie stanze – illustrate
Mentre passano lustri
Mentre lastrico la strada
di passi
e di passioni
e paesaggi – lunari.

Tu menti – mi rispose.
Non sono io, è la mia: mente – risposi.

Ci risposammo, facemmo pace.

Fu in quel momento che il mio editore
sentì che i nostri silenzi comunicavano.
E capì che il silenzio non è un difetto di parole
ma di Volontà.
E che a volte io dico cose che non sapevo di pensare
perché penso cose che non avrei detto di sapere o saper dire.
Come questa, come adesso
Come sempre
Come me.

Essi lo sanno che non lo preferisco – oh, il respiro !?
ma come fare ad osannare chi ostenta il sapere?
E quando quel sapere
perde il sapore
e diventa un seppure?
eppur chi osa chiosa o chi osa tenta?
La tentazione è deliziosa
nascondiglio prudente
di pruderie si-lenti
mappur veloci
come questi anni
feroci voraci
veraci e indolenti.
Perchè non lo preferisco?
Voi lo sapete
io non lo proferisco.
Ho scritto parole al vento
che nel tempo diventa di venti volte tanto
quanto basta per farci la festa
tagliarmi la lingua
la testa la musica orchestra.
No, non rimpiango
no, non rimordo
il ricordo non è ciò che è stato
ma ciò che non si è avuto
il coraggio di essere.
io spaurato, io scoraggiato
ho avuto il coraggio
di non correggere quella mancanza
di arrembaggio
e non sono in niente diverso
da ciò che non sarei stato
in quanto non stato
che sia au-tunnel d’inverno
o vera e prima d’estate.
Ecco perchè
non ho ricordi
le immagini
immagino mi servano
a dare sostanza
alla canzone
occhio
al cieco in una stanza
voce cioè
a chi ne fa le veci
u-dito
a chi non ha le mani, tatto
a chi è un poco tocco
olfatto per sentire
e a naso presentisco
che l’olfarò – ancora.
2011:
non prego per te,
Praga tu per me
e versaci da bene
che non lo preferisco
eppur ti voglio Bere.
Noiati?
Finito!
A un passo da……

E poichè è l’ultimo anno – spacchiamo tutto!
Tutti e 10 anni in una botta!

2001-2004:

2005-2008:

2009:

2010:

2010

Resto certo senza parole
forse perchè sto invecchiando
o perchè son le parole
a non essere all'altezza dei (miei) tempi
depauperate loro e noi avanzati
nei pensieri solitari.
Ma io son contento, lo stesso
diverso e uguale da un anno a un anno fa
perchè con le immagini e la musica
si fa la storia
quella vera quella ingloria
ma così cara
gelosa e cara e ancor di più
perchè
fu detto
che il cielo è muto
e fa da eco
solamente
a chi è muto.
 
Buon anno, ragazzi
e sogni tricolori.
 

 

2009

Una volta chiudevo scrivendo.
Ora, oggi: così
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——————————- Buon Nano —————————————

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