Il mondo abbonda sul viso degli stolti
Il modo migliore per continuare a credere nelle proprie idee è quello di sapere che non si trasformeranno mai in realtà.
Non si sceglie tra “giusto” e “sbagliato”. Si sbaglia comunque. Bisogna scegliere lo sbaglio giusto.
Stare a posto con la coscienza non significa aver fatto tutto il possibile, ma tutto il voluto.
Non esiste l’inevitabile, ma solo l’irrecuperabile.
Tutto è bene quel che finisce
——————————————————————————————
Buon Generale, Inverno Leviatano
“L’assopimento della coscienza degli italiani è stato provocato scientemente in anni in cui si è valorizzato ipocrisia e disvalori: per le spugne ci vuole l’acqua. La ripetizione di un certo concetto attraverso i media determina la realtà anche se non è vera. E tutto perde sapore. Guardate l’amore in questo paese: il modello che ci danno è “l’uomo è fico se scopa tante ragazze”. La ragazza deve avere le tette grosse ed essere “tanto carina”. Ma deve essere anche intelligente “perché la bellezza senza intelligenza non ha peso”. E deve avere un certo linguaggio: oggi hanno tutte il discorso finto-intelligente stereotipato. Cose tipo: “per me la vita è sfidarsi ogni giorno, credo nell’affermazione del mio io”. Qual è il modello oggi dunque? Niente amore. Non a caso per Orwell in 1984 l’amore rappresentava un crimine.
A parole come “libertà” oggi è stato stravolto il significato. Il “berlusconismo” oramai è nel dna dei nostri figli senza che neppure se ne rendano conto. Se tu abitui la gente con del vino scarso, quando gli darai dell’ottimo vino non gli piacerà. Non ti rendi conto di una cosa se per tutta la vita ti hanno abituato a un’altra.
Perché devo fare musica di merda con tre accordi per cercare di compiacere il gusto della gente? Perché un libro non dev’essere difficile? Allora togliamo i periodi ipotetici, i congiuntivi.
Diranno che sono una schifosa: hanno ragione. Io non mi sento più adeguata”.
Carmen Consoli
“Ma quando ritorno in me, sulla mia via,
a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato…
mi basta una sonata di Corelli, perchè mi meravigli del Creato”!
Franco Battiato
Segnalo a me medesimo, nel plauso del tempo che con riflusso circolare converge da parola a prova da sforbiciare, questa duplice di una stessa medaglia riflessione, che non a caso, non è un caso, giunge pregna di Trinacria.
Non è nemmeno per il concetto politico, tanto so di essere chiaro e singolare al me che funge da me pubblico ma in privato.
E’ il passaggio sul vino e sui classici, perché mi serve come prova che mentre bevevo vino e sottolineavo l’intorpidimento del senso critico, estetico e piacevole del gusto, rifuggente dal classico di un Leopardi, di un Musicista Artista d’altri lidi epocali, era netta (nella contrapposizione a muro di gioventù ottenebrata, le urla, l’apparente insindacabilità di un capriccioso dire incontestabile per protervia allusa, all’osso: dar ragione a chi vuole avere ragione, la sottoscrittura Leviatana) l’allegorìa di quanto chi non abbia intenzione di togliersi la benda può bensì continuare a sostenere che il mondo a piccole dosi e balzellante da ics fattor al grande fratello sia bello perché multiplasmato su diversi colori, per tutti i "gusti" di libera strada, ma beh si sappia altresìpiùcheno che: ello medesimo si rende complice del nodo della metifica tanta benda che – paradosso! – si sforzano di non voler vedere!
Di ignorare che ciò che chiamano sfumatura e gradazione di un proprio modo di veder le cose è uno scuro che cela la aromaticità di un gusto perduto per inedia ed ignavia morale.
Non saper distinguere, non approssimarsi al piacere della difficoltà di capire, contrapporre e finalmente godere del bello e non della finzione del vero attraverso l’attraversamento del proprio io depurato da tutto, non più deputato quindi a blaterare l’insensatezza del linguaggiostereotipo – ecco Carmen che mi torna a fagiolo (piccante. seceliano).
La Caverna di Platone, l’Infinito di Leopardi, la Marcia Turca di Mozart, Las Meninas di Picasso e La Voce del Viso di Battisti/Panella.
Metto case a vicolo stretto, corto e male incavato, ma quanto goduto, quanto penato!
Non esiste l’inevitabile, ma solo l’irrecuperabile.
Già scritta, ma quanto è vero! Quando è vera?!
Ah, questa poi! (da stadio serale 28 doppia citazione!!)