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Non riuscirò a far salire la temperatura dell’acqua
della vasca da bagno
fino al punto da costringermi ad uscirvi prima delle ustioni
vincendo il freddo del fuori
e non ci riuscirò
perché i miei pensieri sono più veloci
dell’acqua che scorre
e molto più freddi
e questo in un certo modo riconduce il tutto ad una specie di equilibrio
cosmico globale
ed io, appartenendovi
potrei logicamente beneficiare di questo equo principio fisico
ma cado
dentro la vasca
dei miei pensieri

e non ne uscirò.

il mio solito diavolo custode
lungo il corso
recitò una filastrocca assai stupidella
sul 2016
con i soliti giochi di parole
una cosa del tipo
“se dici”
– sedici –
dici
“se”
al tuo sé
un anno cioè
pieno di sedicenti dubbi

al diavolo custode
diavolo! – muto esclamai
sediziosa quest’ode – canzonai
il diavolo
volò
si ch’era un angelo –

pensai.

davanti allo specchio
la disperazione è solo assenza di speranza
quindi a suo modo benevola:
un sorriso lungo un attimo
che varrebbe un intero anno
è un piacevole inganno
la riflessione fu un’illuminazione
mentire a se stessi è possibile

non lo spero ma lo specchio

per lungo tempo ho creduto
che arrivare a me stesso
significasse approdare alla terra promessa
dopo un lungo peregrinare
per mare

ed invece la storia
era il suo esatto opposto
il mio posto era giusto
in quel costante naufragare
e quel mio stolto errare
sia vagare o sbagliare
era solo dovuto
a un errore nella lettura delle istruzioni
fatali distrazioni
e conseguente distruzione
di illusioni.

e alla fine quando acqua, dubbi, angeli, specchi, naufraghi ed errori
si riunirono (questo accadde nella vita successiva)
il me che venne, alla ricerca delle nostre
precedenti infinite esistenze
digitò la parola chiave
nel motore “dio ricerca”
per scovare nell’universo della rete
tracce a(na)tomiche di entrambi moltiplicati per enne.

Poiché la memoria affievolisce
più e più
cercala anche tu
la mia singolarità
in un punto preciso
della foto lassù.