“Si è aperta una nuova era
è cominciata la quinta stagione
la pioggia è salita dalla terra sulle nuvole
il sole freddo tramontò all’alba e rinacque al tramonto
le foglie ritornarono sui rami ed i rami misero radici nel terreno
il calabrone scese verso il basso e le lucertole cominciarono a volare
i pesci non abboccarono più all’amo e si consegnarono alle reti
gli uomini ingabbiati cinguettarono mentre gli uccelli li osservavano liberi
i cani portarono a passeggio i loro padroni al guinzaglio
le montagne scesero giù e le pianure si inerpicarono
non politica, non sociale, non finanza né economia
fu della natura la prima notizia
su giornali che non si pubblicarono
le donne ingravidarono gli uomini
e furono i bambini a dare regole agli adulti
gli arcobaleni formarono un quadrato
subito dopo il tuonare del mare
la luna rischiarò le giornate
i sassi risero e il sangue rimarginò le ferite
i poveri sfamarono i ricchi
gli occhi parlarono, le bocche toccarono
i nasi ascoltarono le orecchie assaggiarono
le mani impugnarono pistole che spararono all’incontrario
atti di giustizia furono perseguiti
ma una mela rimise i peccati del mondo
tutti credettero di credere
che l’altro venisse prima dell’uno
e che l’oltre venisse dopo la coltre”.

Così mi scrisse, nato vecchio e partito giovane
il povero matto che ormai parlava
soltanto dea morte

Un omaggio a luglio
con 2 mesi di ritardo
o d’anticipo perchè

“preferisco essere un uomo paradossale
che un uomo con dei pregiudizi”.