Un altro anno è passato
e non ho ancora imparato
ad insegnare a chi non vuol capire
che un anno o forse venti
passa tutti i giorni santi

In questo anno non ho imparato ancora
a crescere i miei figli viziati
né a ritenere la razza umana superiore
a tutte le specie viventi
e ancora non ho imparato a considerare
competizione e concorrenza
come base della sopravvivenza

Non ho imparato ancora
a vincere uno scudetto
né a perdere le mie illusioni
mentre ridacchiando risalgo quei gradoni

Non ho imparato ancora a sposarmi con tutte le dive
né a considerare distruttive
le dolci abitudini
del quotidiano accasarmi
e non ho imparato – meschino
a fare i conti senza l’oste
e quindi a preferire senza soste l’ostia al vino

Non ho imparato a telefonare agli affetti di anni
e nemmeno a far mancar loro un pensiero d’oro
nelle mie notti insonni

Non ho imparato ancora a suonare uno strumento
né ad apprezzare oltre modo e senza fiatare, un silenzio
non ho imparato a pensarmi al centro del mondo in un social contenitore
né a disprezzare le mie visioni solitarie di piacere

In quest’anno ancora non ho imparato
a guardare l’altro occhio nell’occhio
né ad essere solo me stesso
quando mi parla come allo specchio

Non ho imparato ancora
a condannarmi del tutto
né a capire se c’è un momento
in cui l’altro fa a se stesso un processo

Non ho imparato ancora ad amare
nel modo che, dice, s’ha da fare
le cose dolci e quelle più amare
mi rendono isola in mezzo al mare
né il compromesso ho imparato ancora
che non mi pianga e mi faccia urlare

In questo anno non ho imparato
minimamente a dimenticare
lasciare morire lasciar cadere
famoso oblìo di menti  care

non ho imparato a giocare a poker
né a non bleffare nel mio reale
non ho imparato a svelar segreti
inconfessati violenti e lieti

e quante cose non ho imparato
che sia distinguere Klimt o Schiele
capolavori da spazzatura
seriosità o caricatura
la tolleranza e l’insofferenza
il cibo sano dalla schifezza
la forza sana e la debolezza
non ho imparato a non mentire
né a dimostrare troppa schiettezza
odiar retorica e scriverne a fiumi
e non ho imparato a non convertire
il mio pensiero in parole inutili
per tutti gli anni dario-campati
son stato il re dei disimparati

In questo anno che va a finire
la sola cosa che ho ben compreso
non imparando un mucchio di vite
è che non si finisce mai di ignorare
e proseguendo su questa strada
il mio cammino non può aver limite

Dedicata sinceramente e totalmente a tutte le persone che mi vogliono bene. 

VecchioLeviatano 2013