Partiamo dall’idea che l’universo fisico, la materia, esista da sempre. Assunto ciò, nessuno può averla creata, proprio perché esiste da sempre. Se qualcuno l’avesse creata, l’atto stesso della creazione implicherebbe (avrebbe implicato – implica) un prima ed un dopo la creazione. Ma se l’universo fisico esiste da sempre, non può esservi creazione e quindi non può esservi creatore.
Ciò implicherebbe un paradosso vertiginoso e cioè che la materia si è creata da sé, nel senso che non ha un creatore esterno e che inoltre, essendo infinita, non ha avuto necessità di crearsi da sé perché esisteva, semplicemente.
Ora: se partendo dalle basi fisiche dell’universo consideriamo come assurda ed irrazionale qualunque altra credenza sul prima e sul dopo la creazione che dentro questo universo avviene, (come quella ad esempio degli esseri umani e viventi cui apparteniamo), credenze come lo spirito, l’esistenza dell’anima slegata dal corpo, della reincarnazione, della stessa novitazione – teoria da me formulata – ci dovremmo pur porre una domanda.
Se queste teorie ci appaiono assurde, implausibili, illogiche, irrealistiche perché, in un universo fisico e materiale, l’unico cioè che noi possiamo studiare, osservare, vivere e vedere, non trovano spazio razionale di alcun tipo, allora: quanto più razionale, logica, plausibile e meno assurda può apparire – sempre agli occhi della logica e della ragione – la teoria secondo la quale la materia fisica si è creata da sé, tuttavia non creandosi, perché esiste da sempre – e per ciò stesso atta ad escludere qualunque altro ragionamento che non abbia basi di natura fisica e materiale?
Voglio dire: a questo punto – e sebbene noi siamo fatti di materia, di atomi, di fisicità, generati da questa esplosione universale concentrata in un punto di materia infinito, forse frutto di una precedente contrazione di tutto l’universo, e posto che si stia andando avanti così da sempre, con questi giochi di materia fisica che si espandono e contraggono in uno spazio ed in un tempo infinito in quanto, sussumendo in sé il tutto, sussumono in sé anche il concetto stesso di infinito; appunto per questo, essendo noi esseri umani dotati di questa emotività, di questo spirito che ci spinge a ragionamenti del genere: come potremmo mai escludere, pur riconducendo spiritismo, immaterialità ed emotività a semplici processi generati a livello fisico, fisiologico, neurologico, dal nostro organismo fatto di materia, come potremmo comunque mai escludere a priori, poiché assurda, una teoria che appare quanto meno assai meno (od ugualmente) assurda del nostro punto di partenza?
E infatti a questo punto non la possiamo più escludere.
Quindi: prima c’era la morte e la fine di ogni forma di nostra (auto)coscienza.
Poi c’era la NOVITAZIONE (Dopo la morte, prima o poi, in un altro essere vivente che nascerà, di qualunque specie si tratti, qualunque sia la forma di coscienza che quell’essere avrà di sé, quella coscienza sarai tu, senza memoria di ciò che fosti nell’esistenza precedente. Non è una teoria filosofico-religiosa, ma logica: la non esistenza non esiste).
Ed infine, di fianco, probabilmente prima (ma questa della sequenzialità è una considerazione che non modifica il ragionamento in sé) c’è, potrebbe anche esservi una qualche forma di esistenza spirituale, in forma immateriale, di energia trasformata (“trasferimento energetico in un inconoscibile altrove”), di maggiore o minore autocoscienza, rispetto al prima da cui si viene, ed a ciò che si vive in quel momento, e che potrebbe per qualche misterioso meccanismo preludere ed addirittura influenzare il processo successivo, quello appunto della novitazione.

VECCHIOLEVIATANO 2020