sarebbe andata in questo modo: oggi avresti compiuto 44 anni, ed essendo sabato saremmo venuti da te, all’Oasi, ed avremmo festeggiato a nostro modo, coi biscottini, le foto, le corse e le pazzielle varie. Tu, con papà, zio, i fratelli e la sorella, saresti stato contento ed avresti fatto grandi bocconi e grandi risate. Poi ci saremmo congedati con un bacio, e poi – lungo la via del ritorno – io avrei pensato a tutte le sensazioni vissute, ed avrei avuto un solo punto cardinale nella mia testa: tornare a casa, scaricare le foto, e sentirmi felice. Ed immaginare, illudermi, di prolungare in sede perenne quei momenti speciali attraverso la mia memoria. Avrei di certo provato la pienezza della tua presenza, in mezzo al caldo, allo stravolgimento fisico, ed ai mei circostanziati processi di archiviazione diaristica, come ogni volta, per ogni momento, per ogni ricordo. Sarebbe andata così, fratello mio, amore mio, Sergio, indistruttibile in me. Invece: pare che tu, fisicamente, da queste parti, non ci sia più, ed a me restano solo amare parole, un senso di oltraggio per l’assenza del tuo sorriso, un senso di raccapriccio per come è andata la storia, ed un bisogno oramai inapplicabile di abbracciarti, baciarti, odorarti e viverti. Ma lo ripeto e tu lo sai, ovunque tu sia e tu possa parcepirlo: che finché io campo, tu sei vivo dentro, dietro, sopra, sotto, al fianco, di lato, intorno e perenne in me. Posso rassegnarmi a qualunque sogno perso, nel passato, nel futuro ed in mezzo: ma a te non ci rinuncio. Che quindi benedetto sia il giorno, quel 4 luglio del 1976, quando ti vidi per la prima volta. La domenica che il mondo si fermò per un istante, stupefatto da tanta meraviglia. Prima di quell’altra domenica che ti portò via, che il mondo si fermò una seconda volta, affranto, stordito, allentato nei suoi illogici ingranaggi di dolore. Non ho bisogno di voltarmi indietro per vederti, mi basta chiudere gli occhi e darti la mano, perché io ti amo. Perché io ti amo. Auguri a te, per tutto ciò che vorrai, mio mio mio Sergio: anima fragile, irripetibile, unica, meravigliosa.